sabato 25 ottobre 2008

More. Alcuni punti della politica

Ecco alcune citazione tratte da Utopia di Thomas More, di cui non indico nè edizione nè pagina perché è un libro che va interamente letto. I seguenti concetti sono tutti relativi alla politica.

«Per dirvi chiaramente come la penso, mio caro More, io non credo che ci possano essere vera giustizia e reale prosperità finché sussiste la proprietà privata e il denaro rimane il fondamento di ogni cosa. A meno che non si pensi che si agisca con giustizia laddove le persone peggiori sono le sole a vivere agiatamente e che si ritenga fiorente uno Stato i cui beni sono concentrati nella mani di una stretta minoranza. Considerate poi che nemmeno costoro sono pienamente felici, vivendo gli altri nella miseria più nera.
(…)
[Platone], uomo sapiente, capiva chiaramente che l’equa distribuzione dei beni è la condizione sine qua non perché un paese sia ben governato ed è evidente che ciò non si può realizzare in uno Stato in cui i beni sono proprietà di singole persone. Infatti, quando tutti cercano di arraffare quanto più possibile, va a finire che, per quanto numerosi siano i beni, essi finiscono nelle mani di pochi privilegiati: il che significa che gli altri rimangono poveri.
Accade così che le persone ricevono in proporzione inversa rispetto al merito (…).»

«Dove ciò che conta è il denaro, numerose fioriscono le professioni necessarie solo al lusso e al superfluo.»

«E, a ben pensarci, perché si dovrebbe pagare? Nel paese [in Utopia] c’è abbondanza di ogni cosa e nessuno chiederebbe più del necessario, dato che tutti sono sicuri che non mancheranno mai di nulla. Infatti, è la paura di non avere il necessario che rende rapaci e bramosi di accaparrare; ciò è evidente in tutti gli esseri viventi, mentre nell’uomo questo atteggiamento è il prodotto della vanagloria, della convinzione che uno sia superiore agli altri se solo può ostentare il superfluo. »

«Senza il ferro, il fuoco e l’acqua la vita dell’uomo sarebbe impossibile, mentre la stessa cosa non si può dire per l’oro e l’argento, rilevanti solo in relazione al concetto di rarità che la follia umana ha inventato.»


«Quando il favoritismo e la cupidigia prendono il potere, la giustizia, fondamento dello Stato, è distrutta.»

«[Gli Utopiani] detestano profondamente la guerra e la considerano un’attività subumana, indegna dell’uomo, che pur la pratica più sovente degli animali stessi.
Gli abitanti di Utopia sono, infatti, praticamente gli unici sulla Terra a non vedere nella guerra alcunché di glorioso.
Uomini e donne si impegnano, a intervalli regolari, nell’addestramento militare, in modo da essere in grado di combattere, nel caso ciò fosse necessario, ma non vanno mai in guerra, se non per autodifesa, per respingere gli invasori da territori nemici o per liberare un popolo vittima della tirannide. E fanno ciò mossi dallo spirito di compassione.»

«Ovunque la gente parla dei diritti di tutti, ma in verità ciò che sta a cuore a ognuno è esclusivamente il proprio interesse. In Utopia, dove non esiste la proprietà individuale, i cittadini si preoccupano sul serio delle questioni che riguardano tutti(…). Altrove ogni persona sa che se non si preoccupa in prima persona dei propri affari, per quanto fiorente sia lo Stato, farà brutta fine e, di conseguenza, è costretta a dare l’assoluta priorità ai propri interessi, non prendendosi affatto a cuore il bene della comunità. Invece in Utopia, dove tutto è di tutti, nessuno teme che gli venga a mancare qualcosa, a patto che le riserve comuni siano sempre abbondanti. Ognuno fa la sua parte e nessuno vive in povertà o costretto a mendicare per vivere. Nessuno possiede qualcosa che sia suo, ma tutti sono ricchi, perché non ci può essere ricchezza più grande che vivere con animo lieto e sereno.»

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