giovedì 1 novembre 2007

Medardo prima della battaglia

"Quella notte, benché stanco, Medardo tardò a dormire.
Camminava avanti e indietro vicino alla sua tenda e sentiva i richiami delle sentinelle, i cavalli nitrire e il rotto parlar nel sonno di qualche soldato. Guardava in cielo le stelle di Boemia, pensava al suo nuovo grado, alla battaglia dell'indomani, e alla patria lontana, al suo fruscìo di canne nei torrenti. In cuore non aveva né nostalgia, né dubbio, né apprensione. Ancora per lui le cose erano intere e indiscutibili, e tale era lui stesso. Se avesse potuto prevedere la terribile sorte che l'attendeva, forse avrebbe trovato anch'essa naturale e compiuta, pur in tutto il suo dolore.
Tendeva lo sguardo al margine dell'orizzonte notturno, dove sapeva essere il campo dei nemici, e a braccia conserte si stringeva con le mani le spalle, contento d'aver certezza insieme di realtà lontane e diverse, e della propria presenza in mezzo a esse. Sentiva il sangue di quella guerra crudele, sparso per mille rivi sulla terra, giungere fino a lui; e se ne lasciava lambire, senza provare accanimento né pietà."

Italo Calvino, Il visconte dimezzato (1951)

2 commenti:

Andrea Aguzzi ha detto...

davvero un grande libro, fondamentalmente la versione italiana, meno trucolenta e nevrotica e più umoristica del tema del Dottor Jeckyl e Mr Hyde. Calvino è uno dei grand autori letterari del '900 e un Nobel mancato

Gianluca ha detto...

Io sono un novizio nella lettura, ma mi sono appassionato subito ai suoi libri, racconti e saggi. Parteciperò con degli amici ad un concorso fiorentino, con una nostra tesina su di lui...vediamo come andrà...