domenica 19 aprile 2009

Della canaglia

La vita è una sorgente di diletto; ma dove anche la canaglia si abbevera, tutte le sorgenti vengono avvelenate.
Io prediligo tutto quanto è pulito; ma non posso vedere i musi ghignanti e la sete degli impuri.
Hanno gettato il loro occhio nel fondo della fonte: e ora mi arriva su dalla fonte il riflesso del loro sorriso ributtante.
L'acqua sacra mi hanno avvelenato con la loro libidine; e quando chiamarono piacere i loro sogni sporchi, hanno avvelenato anche le parole.
(...)
E molti che si allontanarono dalla vita, volevano solo allontanarsi dalla canaglia: non volevano condividere la fonte e la fiamma e il frutto con la canaglia.
E molti che andarono nel deserto a soffrire la sete con le belve, altro non volevano che non sedersi attorno alla cisterna insieme a sporchi cammellieri.
E molti che vennero come distruttori e come grandine per i campi fruttiferi, non volevano se non cacciare il piede nelle fauci della canaglia e così tapparne la gola.
E il boccone per me più difficile a inghiottire non è stato il saoere che la vita stessa ha bisogno di inimicizia, e di morte e di croci e di martirio: -
Bensì una volta chiesi, quasi soffocano alla mia domanda: come? E' necessaria per la vita anche la canaglia? Sono necessarie fonti avvelenate e fuochi puzzolenti e sogni insozzati e vermi nel pane della vita?
Non l'odio, lo schifo ha insaziabilmente roso la mia vita! Ah, spesso presi a tedio anche il mio spirito, quando trovai che anche la canaglia ha spirito!
E a coloro che domanino ho volto le spalle, quando ho visto che cosa essi oggi chiamano dominare: mercanteggiare vilmente sulla potenza - con la canaglia!
(...)
Come uno storpio, doventato sordo e cieco e muto: così ho vissuto per lungo tempo, per non vivere con la canaglia del potere, della penna e dei piaceri.
Faticosamente il mio spirito ha salito le scale, e circospetto; elemosine di piacere furono il suo ristoro; appoggiata al bastone, avanzava lentamente la vita per il cieco.
Ma che cosa mi accadde? Come mi salvai dalla nausea? Chi ringiovanì il mio occhio? Come potei raggiungere a volo l'altezza dove nessuna canaglia siede alla fonte?
E' stata la mia nausea stessa a crearmi ali ed energie presaghe di sorgenti? In verità, bisognava ch'io volassi alla massima altezza per ritrovare la sorgente del diletto!
Oh, fratelli, io l'ho trovata! Qui sulla vetta sgorga per me la sorgente del diletto! E vi è una vita alla quale non attinge la canaglia!
Quasi troppo violento è per me il tuo corso, fonte del diletto! E spesso torni a vuotare il calice volendo riempirlo!
E io devo ancora imparare ad ivvicinarmi più modestamente a te: con troppa irruenza scorre incontro a te il mio cuore: -
Il mio cuore, sul quale arde la mia estate, corta, ardente, melanconica, beatissima: come il mio cuore estivo anela alla tua frescura!
(...)
Un'estate sulle cime con fredde sorgenti e silenzio beato: oh, venite, amici, perché il silenzio diventi anche più beato!
Perché questa è la nostra altura e la nostra patria: a una troppo ripida altezza noi abitiamo qui, per tutti gli impuri e la loro sete.
Gettate - vi prego - i vostri occhi puri nella fonte del mio diletto, amici! Come potrebbe intorbidarsi per ciò! Con la sua purezza essa deve sorridervi incontro.
(...)
Invero noi non abbiamo qui rifugi per gli impuri! Una caverna di ghiaccio significherebbe per i vostri corpi la nostra gioia, e per i vostri spiriti!
E come venti vigorosi noi vogliamo vivere al di sopra di loro, vicini alle aquile, vicini alla neve, vicini al sole: così vivono venti vigorosi.
E un giorno voglio soffiare come un vento anche tra loro e col mio spirito togliere il fiato al loro spirito: così vuole il mio futuro.
In verità, Zarathustra è un vento vigoroso per tutte le bassure; e questo consiglio egli dà ai suoi nemici e a tutto quanto vomita e sputa: "guardatevi dallo sputare contro il vento!".

Così parlo Zarathustra.

Ed. Adelphi, 1978

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