
Oggi c'è stata un'assemblea d'istituto e nel gruppo di discussione in cui ero io siamo arrivati a parlare dell'immigrazione. Il discorso è già stato introdotto male, quando un ragazzo ha detto che nelle discoteche c'è sempre qualche albanese che attacca rissa o minaccia con un coltello. A parte il fatto che è stato smentito dalla sua stessa dichiarazione di non averne mai avuto esperienza diretta, il problema è un altro: il pregiudizio razziale io speravo che fosse diffuso tra le persone più anziane, tra i più ignoranti, tra i razzisti e leghisti, ma in realtà questo è diffuso ovunque e la gente sostiene con una certa forze le proprie posizioni che puntano il dito contro gli immigrati. Non si dicono razzisti e dichiarano di constatare semplicemente la palese evidenza dei fatti. La realtà è l'inverso: essi sono razzisti e vedono della realtà solo quello che fa loro comodo, gonfiandolo oltremodo e assumendolo come verità assoluta dietro la quale mascherare la loro xenofobia. E' facile dire che se noi emigrassimo ci comporteremmo meglio, che cercheremmo un lavoro e se non lo trovassimo ce ne andremmo via. Tanto a noi non succede, per fortuna. Ma proviamo a metterci davvero nei panni di un uomo che parte dal suo paese perché costretto dalla circostanze non certo fortunate, arriva qui da noi e viene accolto brutalmente dalla polizia, come spesso accade, e poi magari non riesce a trovare di meglio che un lavoro in nero. In questo modo il datore di lavoro tiene il salario basso e magari ne pretende anche una percentuale, poiché lui non può ribellarsi, se vuole campare. Lavoro pessimo quindi, ma che lui continua per forza a fare, poi un giorno, date le misure di sicurezza, muore. Tutto occultato, nuovo lavoratore. Oppure un ragazzo che viene qui e si sente dire "tornatene al tuo paese", "noi non vi vogliamo" e cose simili, si sente osservato e tacciato come diverso, vede le occhiate sospettose delle signore per bene che stringono a sè la borsetta al loro passaggio. E' naturale che poi siano scontrosi, che capiti che arrivino a picchiare anche per motivi apparentemente futitili. E poi parliamoci chiaro: se c'è lo straniero che si comporta così, c'è anche l'italiano. Smettiamola di vivere con il paraocchi, di sentire solo quello che ci dice la tv, la vedere e capire solo ciò che vogliamo. Siamo tutti cittadini del mondo, cerchiamo di vivere in pace.
La scorsa settimana mi hanno regalato un libro interessantissimo sull'argomento: Divieto di soggiorno di Rula Jebreal (ed. Rizzoli). Uno sguardo sull'immigrazione che elude i luoghi comuni. Consigliabile. Il giudizio su IBS è pessimo e effettivamente alcune cose sono un pò superficiali, ma è certo che in un libro non si può sintetizzare l'esperienza di 3 milioni di immigrati e non è vero che questo libro demonizza la società italiana o vittimizza gli immigrati. Mi sembra che dia una visione piuttosto corretta del problema.
2 commenti:
ciao!ho letto quello che hai scritto in questo post...non voglio criticare le tue idee e nemmeno che sono sbagliate....è vero molta gente arriva in italia da una situazione disastrosa, ha lasciato famiglia e tutto, viene qua non sa cosa gli capiterà cosa no.
e credo queste persone possano essere aiutate. però non ritengo nemmeno giusto che loro possano aggredire signore per strada, loro possano fare quello che vogliano senza riscontrare conseguenze.
in italia abbiamo già una certa quantità di persone che non sono certo il meglio, ma perchè la situazione deve essere aggravata da loro?non tutti sono uguali certo, molti lavorano correttamente e a loro tutto il rispetto, ma gli altri?così come deve essere condannato un italiano per ciò che fa a maggior ragione anche uno straniero.
l'italia ti da ospitalità cerca di rispettarla.
si sente di ragazzi italiani che cercano in tutti i modi di trovare un lavoro, perchè se no non riescono ad andare avanti perchè quando questo lavoro lo stanno per ottenere gli viene preso da un immigrato?!non mi sembra giusto, perchè non possiamo avere lavoro nel paese dove viviamo?perchè alla fine ci rimettiamo solo noi?
va be questo è come la penso io!
ciao ciao!baci
La legge è uguale per tutti e su questo non posso che essere d'accordo, ma vista come la dici tu quest'affermazione sembra diventare "uguale per tutti ma per gli stranieri un pò meno". Tu hai mai avuto esperienza diretta di questi esempi che mi hai portato? Io assolutamente no, anzi, ho avuto esperienza diretta di stranieri che si sono rivelati persone ottime e simpatici amici, magari anche più impegnati e intelligenti di altri italiani. Quello che porti come esempio è ciò di cui ci convincono i giornale e le televisioni ponendo sempre l'accento sulla provenienza dell'omicida o del rapinatore quando si tratta di uno straniero. E certo questa è una realtà, ma solo una parte e io credo che se questa realtà esista con la consistenza effettiva che ha, è anche e soprattutto colpa delle nostre leggi e della nostra gente. Lo stato stabilisce ogni anno un numero di immigrati che possono entrare ed essere regolarizzati,in base alla richiesta di lavoro.La verità è che poi in realtà di posti di lavoro ce ne sono sempre molti di più di quanto stimato e quindi si finisce con l'assumere un lavoratore straniero in nero perché costa meno. Se questo non avvenisse non ci sarebbe lavoro nero e l'assunzione deriverebbe esclusivamente (per quanto possibile) dalle capacità del singolo. E questo è solo un esempio di come la legge potrebbe cambiare per favorire l'integrazione. E poi che vengano a rubarci il lavoro non è affatto vero: molte donne sono badanti, donne delle pulizie, altri sono muratori o cose simili; lavori pesanti che spesso gli italiani rinunciano. I confini sono stati messi lì dall'uomo, in realtà siamo tutti cittadini del mondo (l'ha detto qualcuno durante l'assemblea).
Ciao
p.s. se vuoi dirmi chi sei... ;)
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