mercoledì 5 dicembre 2007

Siamo tutti un programma

Il 20 ottobre scorso, a Roma, si è tenuta la manifestazione nazionale delle forze di sinistra promossa da Liberazione, Il Manifesto e Carta. Il corteo, composto da circa 700/800 mila persone, aveva l’obiettivo di portare l’attenzione su alcuni punti del programma che fino ad ora non sono stati rispettati, come la lotta al precariato, i diritti civili, la legge sulle droghe, immigrazione.

L’iniziativa ha provocato non poche polemiche in quanto fu considerata una mobilitazione contro il governo Prodi da parte degli stessi alleati, per la precisione Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani. Proprio per questo motivo i Verdi e Sinistra Democratica non hanno aderito (veramente qualche bandiera di Sinistra Democratica si è vista). Sicuramente per il popolo della sinistra restare in questo governo non è molto entusiasmante, ultimamente ancora meno di quanto non lo fosse già il 20 ottobre, ma scendere in piazza significava dire chiaro che la sinistra appoggia il governo se si rispetta il programma concordato, da qui anche il titolo della manifestazione “Siamo tutti un programma”. Un messaggio di grande lealtà e di rispetto nei confronti di tutti i cittadini che hanno scelto questa maggioranza. La manifestazione non era contro il governo, si è svolta perché si apportasse qualche correzione alla linea intrapresa fino a quel momento. A vedere dai risultati (vedi accordo sul welfare e finanziaria) non sembra abbia sortito molto effetto, ma almeno ci abbiamo provato e continueremo a lottare perché le cose cambino. Ciò che è emerso da quella giornata è che la sinistra è viva, che i comunisti non sono spariti. Dico ‘comunisti’ perché le strade di Roma sono state invase da migliaia di bandiere rosse con falce e martello. Nessun sindacato, nessun altro partito, solo compagni. La partecipazione ha superato le più rosee aspettative (gli ottimisti speravano in 300mila manifestanti e ne sono arrivati quasi il triplo). Rifondazione e Comunisti Italiani hanno dato dimostrazione di una grande capacità organizzativa e di grande civiltà. Questo significa che la sinistra radicale, come viene definita dai giornali, può e deve ancora dire la sua sui temi fondamentali della politica attuale. Per noi il governo è un mezzo per cambiare la società moderna, per renderla più giusta e solidale, e non deve essere considerato un traguardo grazie al quale ci siamo tolti Berlusconi di mezzo lasciando tutto come prima. Gli ultimi mesi del 2007 e l’inizio del 2008 saranno fondamentali per il futuro di Rifondazione e di conseguenza lo saranno anche per Prodi. Nessuno sa come andrà a finire, ma l’auspicio è che Rifondazione Comunista resti il partito che rappresenti chiunque creda che UN ALTRO MONDO E’ POSSIBILE.



Dario

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