lunedì 24 dicembre 2007

Oscar Peterson è morto oggi

Oggi se ne è andato un altro grande della musica, Oscar Peterson. Più di ogni altra cosa può parlare la sua musica, quindi posto questo strepitoso video che prova la sua leggendaria bravura. Rest in peace, great pianist!


giovedì 20 dicembre 2007

Marc Ribot: Spiritual Unity

1. INVOCATION
2. SPIRITS
3. TRUTH IS MARCHING IN
4. SAINTS
5. BELLS

Spiritual Unity, di Marc Ribot, è del 2005. E' un album pieno di energia, di libertà, di musica. Si ascolta davvero volentierti, anche se tutto subito impaurisce leggermente...
Dato che non sono un esperto conoscitore del genere, né dell'artista in questione, riporto una recensione da www.mescalina.it di Christian Verzeletti.
Non ci sarebbe bisogno di dirlo, ma per chi non lo sapesse Marci Ribot è uno dei chitarristi più ricercati sulla scena rock e non solo: a renderlo tanto stimato tra i musicisti e apprezzato dalla critica sono soprattutto i suoi lavori con Tom Waits, piuttosto che con Elvis Costello, Marianne Faithfull, Sarah Jane Morris e Vinicio Capossela, tanto per dirne qualcuno.
Queste collaborazioni però sono solo alcuni degli sbocchi di una ricerca condotta per anni in bilico tra avanguardia e jazz con progetti che lo hanno visto nei Lounge Lizards e nei Jazz Passengers, oppure a fianco di Arto Lindsay, Bill Frisell, John Zorn e via dicendo. Quanti non conoscessero questo lato più colto della sua musica potrebbero rimanere spiazzati da “Spiritual unity” che non è una raccolta di canzoni arrangiate alterando l’immediatezza dei pezzi, come Ribot ha spesso fatto in campo rock.
È un disco di matrice jazz che propende volentieri verso il free con numerosi momenti improvvisati. L’idea è di riproporre la musica di Albert Ayler, sassofonista fondamentale per la componente mistica portata appunto all’interno del free-jazz.
Per chi come il sottoscritto non conosce la materia ayleriana ed è più affine al Ribot chitarrista al servizio di qualche fantasma rock, “Spiritual unity” è un lavoro ostico e complesso.
La formazione è composta da musicisti di grande caratura come Roy Campbell (tromba), Chad Taylor (batteria) e Henry Grimes (contrabbasso): quest’ultimo ha suonato negli anni ‘60 con Ayler e, tornato nel giro del jazz dopo vent’anni, ha fornito a Ribot l’occasione giusta per affrontare queste composizioni.
Si tratta di cinque brani che sono di sicuro interesse per gli esperti e che vanno invece trascesi per quanti invece più ignoranti del genere: portare a trascendere i generi e la musica stessa sembra infatti essere l’obiettivo del quartetto come forse lo era originariamente anche di Albert Ayler. Non a caso in più di un’occasione i quattro arrivano a sfiorare anche la musica africana.
Gli strumenti rispondono a richiami interni ed esterni al pezzo, prendendo direzioni diverse che poi si incrociano per giungere a delle contorsioni esemplari, che ad un ascolto distratto possono sembrare un caos ansimante piuttosto che un’estasi sublime.
Chitarra e tromba giocano ad appaiarsi e a separarsi: al richiamo di Campbell risponde Ribot stortando qualunque possibilità di tema e offrendo alla ritmica la via per dei crescendi compulsivi. Da segnalare “Truth is marching in” e la conclusiva “Bells”, con la prima che rappresenta l’apice del disco e la seconda che libera l’energia accumulata in una saltellante marcetta d’avanguardia.
“Spiritual unity” ha un’intensità esclusiva e uno spirito d’avanguardia libera, che lo avvicinano ai grandi dischi free del passato.

sabato 15 dicembre 2007

Le armi da fuoco

Come continuazione del post precedente, alcuni informazioni sulle armi da fuoco.

Il primo ricordo della polvere da sparo si trova in un'opera cinese della metà dell'XI secolo. In un primo momento essa serviva unicamente a confezionare proiettili fumogeni, incendiari ed esplosivi; il passo successivo si ebbe quando la polvere fu usata per lanciare proiettili infilati in grosse canne di materiale vario (bambù, ferro, bronzo).
La prima raffigurazione occidentale del cannone, risale al 1326. La nuova artiglieria fece sentire il suo boato terrificante all'inizio della guerra dei Cent'anni (1337), durante la battaglia di Crécy e durante l'assedio di Calais. I francesi non restarono a guardare e nella seconda fase del conflitto poterono contare su una discreta artiglieria, composta da decine di pezzi.

(Informazioni tratte dal libro di storia, il 7 di oggi ancora mi rode)

Ariosto contro le armi da fuoco

La macchina infernal, di più di cento
passi d'acqua ove sté ascosa molt'anni,
al sommo tratta per incantamento,
prima portata fu tra gli Alamanni;
li quali uno et un altro esperimento
facendone, e il demonio a' nostri danni
assuttigliando lor via più la mente,
ne ritrovaro l'uso finalmente.

Italia e Francia e tutte l'altre bande
del mondo han poi la crudele arte appresa.
Alcuno il bronzo in cave forme spande,
che liquefatto ha la fornace accesa;
bùgia altri il ferro; e chi picciol, chi grande
il vaso forma, che più e meno pesa:
e qual bombarda e qual nomina scoppio,
qual semplice cannon, qual cannon doppio;

Qual sagra, qual falcon, qual colubrina
sento nomar, come al suo autor più agrada;
che 'l ferro spezza, e i marmi apre e ruina,
e ovunque passa si fa dar la strada.
Rendi, miser soldato, alla fucina
per tutte l'armi c'hai, fin alla spada;
e in spalla un scoppio o un arcobugio prendi:
che senza, io so, non toccherai stipendi.

Come trovasti, o scelerata e brutta
invenzion, mai loco in uman core?
Per te la militar gloria è distrutta,
per te il mestier de l'arme è senza onore;
per te è il valore e la virtù ridutta,
che spesso par del buono il rio migliore;
non più la gagliarda, non più l'ardire
per te può in campo al paragon venire.

Per te son giti et anderan sotterra
tanti signori e cavalieri tanti,
prima che sia finita questa guerra,
che 'l mondo, ma più Italia, ha messo in pianti;
che s'io v'ho detto, il detto mio non erra,
che ben il più crudele e il più di quanti
mai furo al mondo ingegni empii e maligni,
ch'immaginò si abominosi ordigni.

E crederò che Dio, perché vendetta
ne sia in eterno, nel profondo chiuda
dal cieco abisso quella maledetta
anima, appresso al maledetto Giuda.

Ludovico Ariosto (1474-1533), Orlando furioso, XI, 23-28

Riforma scolastica

Per favore, leggete http://www.gpeano.org/protesta.pdf. E' una lettera sottoscritta da 57 docenti del Liceo Scientifico di Cuneo che spiega quali sono i problemi della scuola attuale, specialmente in seguito alla nuova riforma. Evidentemente la riforma non migliora affatto la situazione attuale, ma scontenta anche gli insegnati.

mercoledì 5 dicembre 2007

Davide Ficco plays Ponce on a Torres' papier machè replica

Davide Ficco plays the Fabio Zontini's 2005 replica of Antonio Torres' cardboard guitar (papier machè), builded in 1862, at the Cremona Mondomusica 2007 international exhibition of handcrafted instruments

Adelante! Dicembre 2007


Ciao,
è a posto il nuovo numero di Adelante!, che verrà distribuito ai\alle giovani studenti\esse di Cuneo e, se riusciamo, anche in provincia.
Per chi non lo sapesse, Adelante!, è un giornaletto ideato e realizzato da giovani comunist*, è ciclostampato in Via Saluzzo 28, presso il circolo PRC "R. Luxemburg" e serve a portare un pò di informazione tra la gente, toccando tematiche sì politiche, ma che possono interessare i\le giovani.

Se qualcuno è interessato a ricevere una copia di Adelante!, sarò lieto di inviargliela per email in formato pdf.

Saluti.

Siamo tutti un programma

Il 20 ottobre scorso, a Roma, si è tenuta la manifestazione nazionale delle forze di sinistra promossa da Liberazione, Il Manifesto e Carta. Il corteo, composto da circa 700/800 mila persone, aveva l’obiettivo di portare l’attenzione su alcuni punti del programma che fino ad ora non sono stati rispettati, come la lotta al precariato, i diritti civili, la legge sulle droghe, immigrazione.

L’iniziativa ha provocato non poche polemiche in quanto fu considerata una mobilitazione contro il governo Prodi da parte degli stessi alleati, per la precisione Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani. Proprio per questo motivo i Verdi e Sinistra Democratica non hanno aderito (veramente qualche bandiera di Sinistra Democratica si è vista). Sicuramente per il popolo della sinistra restare in questo governo non è molto entusiasmante, ultimamente ancora meno di quanto non lo fosse già il 20 ottobre, ma scendere in piazza significava dire chiaro che la sinistra appoggia il governo se si rispetta il programma concordato, da qui anche il titolo della manifestazione “Siamo tutti un programma”. Un messaggio di grande lealtà e di rispetto nei confronti di tutti i cittadini che hanno scelto questa maggioranza. La manifestazione non era contro il governo, si è svolta perché si apportasse qualche correzione alla linea intrapresa fino a quel momento. A vedere dai risultati (vedi accordo sul welfare e finanziaria) non sembra abbia sortito molto effetto, ma almeno ci abbiamo provato e continueremo a lottare perché le cose cambino. Ciò che è emerso da quella giornata è che la sinistra è viva, che i comunisti non sono spariti. Dico ‘comunisti’ perché le strade di Roma sono state invase da migliaia di bandiere rosse con falce e martello. Nessun sindacato, nessun altro partito, solo compagni. La partecipazione ha superato le più rosee aspettative (gli ottimisti speravano in 300mila manifestanti e ne sono arrivati quasi il triplo). Rifondazione e Comunisti Italiani hanno dato dimostrazione di una grande capacità organizzativa e di grande civiltà. Questo significa che la sinistra radicale, come viene definita dai giornali, può e deve ancora dire la sua sui temi fondamentali della politica attuale. Per noi il governo è un mezzo per cambiare la società moderna, per renderla più giusta e solidale, e non deve essere considerato un traguardo grazie al quale ci siamo tolti Berlusconi di mezzo lasciando tutto come prima. Gli ultimi mesi del 2007 e l’inizio del 2008 saranno fondamentali per il futuro di Rifondazione e di conseguenza lo saranno anche per Prodi. Nessuno sa come andrà a finire, ma l’auspicio è che Rifondazione Comunista resti il partito che rappresenti chiunque creda che UN ALTRO MONDO E’ POSSIBILE.



Dario

Il porcile delle libertà

E’ nato il Popolo delle Libertà! Pardon. Forse sarà il Partito delle Libertà. Saranno i cittadini a sceglierlo. Il nome, si intende. Tutto il resto lo deciderà il Cavaliere.

Se per fondare il Partito Democratico sono serviti lunghi anni di assemblee e discussioni estenuanti a Silvio è stata sufficiente una raccolta firme, il cui scopo iniziale non aveva nulla a che fare con la nascita di nuovi partiti. Era una semplice campagna propagandistica, di quelle che si organizzano una settimana prima per dar l’impressione “di agire concretamente”. Né più né meno.

Centinaia di banchetti in tutta Italia, farciti di volantini e bandiere forziste accoglievano chiunque avesse voluto dare il proprio sostegno a Previti, Dell’Utri e compagnia bella.

Naturalmente c’era anche il volto “nuovo” della politica italiana: la Brambilla, perché “il nuovo partito sarà dei giovani”. Peccato che l’arzilla venditrice di pesce (questo è stato il suo mestiere, fino a poco tempo fa) abbia 40 anni e per quanto si trucchi, giovane non è.

Da sottolineare l’estrema facilità con cui si poteva votare. Molti, su internet, hanno firmato numerose volte con nomi alquanto fantasiosi (da Che Guevara a Papa Ratzinger). Tutti accettati, più firme ci sono meglio è!

Passiamo alle reazioni dei vari politici di Forza Italia. Come noi, hanno saputo del nuovo partito dai giornali. Il loro compito, infatti, è obbedire al padrone, non pensare o, peggio ancora, decidere di testa propria.

Ecco le testuali parole di Maurizio Lupi: “Questo è un partito nato dal basso”. Poteva dire di tutto. Tranne questo.

Di tutt’altro parere Dell’Utri, uno dei fondatori di Forza Italia (condannato “a 2 anni di reclusione per tentata estorsione aggravata ai danni dell’imprenditore Vincenzo Garraffa” insieme ad un potente boss mafioso, Vincenzo Virga), il quale nutre numerosi dubbi sul nuovo Partito delle Libertà, considerandolo un “semplice circolo giovanile”. Fa bene ad essere preoccupato. Silvio vorrebbe liberarsi di tutti questi “vecchi”della politica per circondarsi di giovani (o sedicenti tali) e competere con Grillo.

Mentre scrivo questo articolo mi arriva la notizia che FI non si scioglierà. La Brambilla, che ha già dato vita alla TV e al Giornale delle Libertà (con i soldi di chi?), fonderà il nuovo partito, coalizzato con quello di Silvio.

Intanto Fini, Casini e il sènatur non hanno esitato a prendere le distanze dalla “nuova creatura” del Cavaliere. Quindi che c’è di nuovo sotto il sole?

Concludendo lancio un appello a tutti gli aderenti ai Circoli delle Libertà powered by Brambilla.

Per voi la Libertà significa cacciare dalle televisioni (quelle pubbliche non del padrone) i vari Luttazzi, Biagi e Santoro? Oppure stringere patti con i mafiosi e insultare i magistrati che fanno il loro dovere? O, ancora, non pagare le tasse e regalare le città italiane a imprenditori senza scrupoli?

Se è veramente questo che pensate, non chiamatela Libertà.

Anarchia (ma delle peggiori) sarebbe più appropriato.

Oscar

sabato 1 dicembre 2007

Armi di distrazione di massa

Armi di distrazione di massa. Così vengono chiamati i mezzi di informazione dalla comica Sabina Guzzanti facendo riferimento alle (false) armi di distruzione di massa che causarono la guerra in Iraq. Non c’è definizione più azzeccata per indicarli. Giornali e TV confondono i lettori/spettatori con delle ‘mezze notizie’ distogliendoli da ciò che accade realmente in Italia e nel mondo. La guerra in Iraq , che leggendo i giornali sembra sia finita mentre ogni giorno in quella terra si muore, è l’esempio forse lampante. Alcuni governi occidentali si sono inventati che Saddam Hussein possedeva delle pericolosissime armi chimiche, i giornali hanno riportato la notizia a caratteri cubitali e grazie a questa distrazione di massa si è fatta una guerra assurda. La notizia è falsa, le bombe irakene non le hanno mai trovate, la guerra è stata fatta per il petrolio e per far guadagnare i produttori di armi. Molta gente crede che sia stato giusto invadere l’Iraq perché i mezzi di informazione gli hanno messo paura. E se le armi di Saddam servissero per attaccare l’Europa? E se colpiscono l’Italia? Che effetti avranno quelle bombe sugli abitanti? Queste domande le abbiamo sentite ripetere molte, troppe volte. Se avessero scritto: “Gli USA vogliono il petrolio arabo perché ne consumano e ne sprecano più di tutti gli altri paesi” oppure, “Il presidente George Bush è azionista di aziende produttrici di armi e più si bombarda più lui guadagna” o magari, “L’Italia manda i militari a Nassiriya perché ci sono i pozzi dell’ENI da difendere”, forse la gente non sarebbe stata così d’accordo con la missione. Così succede anche per le faccende nazionali. La caccia ai Rom e ai Rumeni, per dirne una. Sembra quasi che non si possa più uscire di casa per colpa degli stranieri. Non si parla del fatto che i reati sono diminuiti negli ultimi anni mentre sono aumentate le violenze sulle donne. La maggior parte di queste violenze viene commessa da italiani, in famiglia. Per una donna, ora come ora, è più pericoloso un matrimonio o un aperitivo con un ex-fidanzato che non scendere a una fermata buia del tram. Questa è un’emergenza! Avete mai sentito trattare questi argomenti se non durante la ‘giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne’? Perché? Perché il “rom” fa più notizia, si da la colpa allo straniero assassino, e si vendono più i giornali. In questo modo tutti gli stranieri vengono perseguitati e le donne restano senza tutele per difendersi. Due problemi nessuna soluzione. La coscienza resta pulita: “è colpa degli altri!”. Lo stesso vale per ciò che riguarda i problemi della scuola, le droghe, coppie di fatto e coppie omosessuali, i morti sul lavoro, ecc. L’importante è vendere i giornali pieni di pubblicità. Per evitare di farci prendere in giro è necessario fare da soli. La TV serve solo più a farci andare al supermercato o a farci comprare un’automobile piuttosto che un’altra. Usiamo i mezzi che siamo capaci ad usare come internet e il dialogo faccia a faccia. Verifichiamo, soprattutto confrontiamo, le notizie che ci vengono date e facciamoci un’opinione nostra. I CCCP (gruppo punk italiano degli anni ‘70/’80) cantavano: “…un’opinione pubblica un poco meno stupida delle sale da ballo”. Cerchiamo di creare una rete, un meccanismo, che ci permetta di confrontarci e di avere informazioni da fonti diverse. Parliamone con i compagni di classe, con i colleghi di lavoro, con gli amici, in famiglia. Ognuno ha il proprio punto di vista, ma senza condividerlo resterà sempre solo un punto di vista. I Giovani Comunisti della provincia di Cuneo hanno da poco aperto una mailing-list tramite la quale ci si può confrontare sui temi più diversi, esprimere le proprie idee e portare le proprie proposte (per accedere scrivete a prccuneo@libero.it)

E’ attivo anche il blog http://rifondacuneo.blogspot.com. Sono alcuni mezzi per evitare che l’informazione diventi un’arma di distrazione (ma anche di distruzione) di massa.

Colombano Dario

Circolo di Rindazione Comunista “Salvador Allende”

Savigliano

Imagine

Imagine there's no heaven
It's easy if you try
No hell below us
Above us only sky
Imagine all the people
Living for today...

Imagine there's no countries
It isn't hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion too
Imagine all the people
Living life in peace...

You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will be as one

Imagine no possessions
I wonder if you can
No need for greed or hunger
A brotherhood of man
Imagine all the people
Sharing all the world...

You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will live as one

A Perfect Circle - Imagine

Mi piace molto questa cover di Lennon da parte del gruppo A perfect circle. Trovo molto bello anche il video.

Ciao