In mezzo alla folla di gente comune si distingue un cappello arancione, già di per sé alquanto particolare, ma che si nota particolarmente in quanto poggiato su arruffati capelli biondi di una sinforosa indifferente. Ma dico, ti sembra il caso di mettere un cappello del genere? E quella, colla pelliccia! E poi una bambina, coi suoi codini gialli che se ne frega, si gratta la pancia e si guarda intorno senza notare niente. Queste sono situazioni precise, determinate da una serie di fattori educativi, contestuali, storici, sociali, politici, relazionali, paraestetici. E non sono solo io a dirlo, lo dice anche il Papa. Del resto, un giovane – immaginate, un giovane maldestro poco e male educato (per ragioni educative, contestuali, storiche, sociali eccetera), cosa credete che farà con la sua combriccola di scapestrati quando tireranno la coda a un gatto e un vecchio, passando, li ammonirà, se non suscitare un cachinno sardonico nei confronti del vecchio vittima di demenza senile, forse, o comunque certo di una gobba spropositata ed inusuale che lo rende buffo buffo alquanto se non addirittura grottesco? Eppure lo stesso vecchio (vittima di demenza senile o solo di una gobba pronunciata e grottesca) poco dopo incontrerà di certo un distinto signore indistinguibile vestito di un lungo-fino-a-sopra-le-ginocchia impermeabile verde-acqua, con pantaloni e scarpe marroni e un cappello sicuramente non arancione. Sugli occhi occhiali da sole per il vento. E questi gli dirà: «Buonasera signore!» nonostante non saranno passate ancora le due pomeridiane. Il vecchio mugugnerà qualcosa. E basta. Sinergie elastiche, mi pare, determinanti relazioni ed avvenimenti di questo tipo (ho usato banali esempi tratti dalla esperienza comune) non solo per ragioni educative, contestuali, storiche, sociali eccetera ma in un certo senso per una ragione che trascende la semplice comprensione degli avvenimenti da parte dell’uomo. Per dirla con le parole del Poeta, è come se tutto vegliasse sul vento che vaglia, ed è proprio da queste considerazioni, spero condivisibili, che si capisce, sempre dicendola col Poeta, come dal susseguirsi degli avvenimenti casuali o necessari si colga il rumblare dell’esistenza dell’uomo in senso lato (quando si dice l’efficacia dell’onomatopea!). Ed è proprio il rùmblio che spesso spaventa ed incide negativamente sulla possibilità soggettiva di repressione degli istinti impulsivi forse più adatti ad un ragazzetto della foresta amazzonica che a un civile borghese. Nessun torto agli amazzonici, per carità, che se sono come sono lo sono per ragioni che da loro non dipendono e si riducono essenzialmente a cause educative, contestuali, storiche, sociopolitiche eccetera.
E’ naturale, io capisco, che ciascuno di noi si ponga delle domande. Ma darsi delle risposte è difficile. Per questo io cerco di giustificare le relazioni interpersonali, comunitarie, internazionali e quandanche mondiali con una sorta di sinergismo elastico, appunto. Del resto, mi pare una spiegazione plausibile che non contraddice in nulla l’esperienza quotidiana (e gli esempi precedenti lo dimostrano, anche se ridotti ad un ambito ristretto, se ne potrebbero fare altri), ma anzi ne danno credito e sostegno, cosa che io ritengo assimilabile a una forma per lo meno embrionale di giustificazione. Certo un cappello arancione turba (pur rimanendo un cappello arancione e non una turba), ma in fondo non credo ci sia granchè da preoccuparsi: sarà – che so – una qualche nuova moda che ancora non si è diffusa capillarmente tra le persone oppure una voglia di anticonformismo (che poi tanto se lo leva e si sistema i capelli, quella donna!); sia come sia, si tratta comunque di una sinergia determinata da cause educative, contestuali, storiche, sociali, politiche, relazionali, paraestetiche eccetera eccetera eccetera…
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