domenica 16 novembre 2008

La formica argentina

Invasione di formiche argentine, povertà, disperazione, travaglio.

Così arrivammo al porto e c’era il mare. C’era una fila di palme, e delle panche in pietra: io e mia moglie sedemmo e il bambino era quieto. Mia moglie disse: - Qui non c’è formiche -. Io dissi: - E c’è un bel fresco: si sta bene.

Il mare andava su e giù contro gli scogli del molo, muovendo quelle barche dette “gozzi”, e uomini dalla pelle oscura le riempivano di rosse reti e nasse per la pesca serale. L’acqua era calma, con appena uno scambiarsi continuo di colori, azzurro e nero, sempre più fitto quanto più lontano. Io pensavo alle distanze d’acqua così, agli infiniti granelli di sabbia sottile giù nel fondo, dove la corrente posa gusci bianchi di conchiglie puliti dalle onde.


Italo Calvino, La formica argentina

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