domenica 30 novembre 2008

Sinergie elastiche

In mezzo alla folla di gente comune si distingue un cappello arancione, già di per sé alquanto particolare, ma che si nota particolarmente in quanto poggiato su arruffati capelli biondi di una sinforosa indifferente. Ma dico, ti sembra il caso di mettere un cappello del genere? E quella, colla pelliccia! E poi una bambina, coi suoi codini gialli che se ne frega, si gratta la pancia e si guarda intorno senza notare niente. Queste sono situazioni precise, determinate da una serie di fattori educativi, contestuali, storici, sociali, politici, relazionali, paraestetici. E non sono solo io a dirlo, lo dice anche il Papa. Del resto, un giovane – immaginate, un giovane maldestro poco e male educato (per ragioni educative, contestuali, storiche, sociali eccetera), cosa credete che farà con la sua combriccola di scapestrati quando tireranno la coda a un gatto e un vecchio, passando, li ammonirà, se non suscitare un cachinno sardonico nei confronti del vecchio vittima di demenza senile, forse, o comunque certo di una gobba spropositata ed inusuale che lo rende buffo buffo alquanto se non addirittura grottesco? Eppure lo stesso vecchio (vittima di demenza senile o solo di una gobba pronunciata e grottesca) poco dopo incontrerà di certo un distinto signore indistinguibile vestito di un lungo-fino-a-sopra-le-ginocchia impermeabile verde-acqua, con pantaloni e scarpe marroni e un cappello sicuramente non arancione. Sugli occhi occhiali da sole per il vento. E questi gli dirà: «Buonasera signore!» nonostante non saranno passate ancora le due pomeridiane. Il vecchio mugugnerà qualcosa. E basta. Sinergie elastiche, mi pare, determinanti relazioni ed avvenimenti di questo tipo (ho usato banali esempi tratti dalla esperienza comune) non solo per ragioni educative, contestuali, storiche, sociali eccetera ma in un certo senso per una ragione che trascende la semplice comprensione degli avvenimenti da parte dell’uomo. Per dirla con le parole del Poeta, è come se tutto vegliasse sul vento che vaglia, ed è proprio da queste considerazioni, spero condivisibili, che si capisce, sempre dicendola col Poeta, come dal susseguirsi degli avvenimenti casuali o necessari si colga il rumblare dell’esistenza dell’uomo in senso lato (quando si dice l’efficacia dell’onomatopea!). Ed è proprio il rùmblio che spesso spaventa ed incide negativamente sulla possibilità soggettiva di repressione degli istinti impulsivi forse più adatti ad un ragazzetto della foresta amazzonica che a un civile borghese. Nessun torto agli amazzonici, per carità, che se sono come sono lo sono per ragioni che da loro non dipendono e si riducono essenzialmente a cause educative, contestuali, storiche, sociopolitiche eccetera.
E’ naturale, io capisco, che ciascuno di noi si ponga delle domande. Ma darsi delle risposte è difficile. Per questo io cerco di giustificare le relazioni interpersonali, comunitarie, internazionali e quandanche mondiali con una sorta di sinergismo elastico, appunto. Del resto, mi pare una spiegazione plausibile che non contraddice in nulla l’esperienza quotidiana (e gli esempi precedenti lo dimostrano, anche se ridotti ad un ambito ristretto, se ne potrebbero fare altri), ma anzi ne danno credito e sostegno, cosa che io ritengo assimilabile a una forma per lo meno embrionale di giustificazione. Certo un cappello arancione turba (pur rimanendo un cappello arancione e non una turba), ma in fondo non credo ci sia granchè da preoccuparsi: sarà – che so – una qualche nuova moda che ancora non si è diffusa capillarmente tra le persone oppure una voglia di anticonformismo (che poi tanto se lo leva e si sistema i capelli, quella donna!); sia come sia, si tratta comunque di una sinergia determinata da cause educative, contestuali, storiche, sociali, politiche, relazionali, paraestetiche eccetera eccetera eccetera…

martedì 25 novembre 2008

Tutti li miei penser

Tutti li miei penser parlan d’Amore;
e hanno in lor sì gran varietate,
ch' altro mi fa voler sua potestate,
altro folle ragiona il suo valore,

altro sperando m’apporta dolzore,
altro pianger mi fa spesse fiate;
e sol s’accordano in cherer pietate,
tremando di paura che è nel core.

Ond’io non so da qual matera prenda;
e vorrei dire, e non so ch’io mi dica:
così mo trovo in amorosa erranza!

E se con tutti voi fare accordanza,
convenemi chiamar la mia nemica,
madonna la Pietà, che mi difenda.

Dante Alighieri, Vita Nuova, XIII

domenica 16 novembre 2008

La formica argentina

Invasione di formiche argentine, povertà, disperazione, travaglio.

Così arrivammo al porto e c’era il mare. C’era una fila di palme, e delle panche in pietra: io e mia moglie sedemmo e il bambino era quieto. Mia moglie disse: - Qui non c’è formiche -. Io dissi: - E c’è un bel fresco: si sta bene.

Il mare andava su e giù contro gli scogli del molo, muovendo quelle barche dette “gozzi”, e uomini dalla pelle oscura le riempivano di rosse reti e nasse per la pesca serale. L’acqua era calma, con appena uno scambiarsi continuo di colori, azzurro e nero, sempre più fitto quanto più lontano. Io pensavo alle distanze d’acqua così, agli infiniti granelli di sabbia sottile giù nel fondo, dove la corrente posa gusci bianchi di conchiglie puliti dalle onde.


Italo Calvino, La formica argentina

venerdì 14 novembre 2008

Una via di mezzo

...E con amarezza considerava come tutta la sua vita fosse stata così: niente in fondo gli era mancato ma ogni cosa sempre inferiore al desiderio, una via di mezzo che spegneva il bisogno, mai gli aveva dato piena gioia...


da Dino Buzzati, Il borghese stregato

mercoledì 12 novembre 2008

Il popolo

"Chi disse uno popolo disse veramente uno animale pazzo, pieno di mille errori, di mille confusione, sanza gusto, sanze deletto, sanza stabilità.".

"Non biasimo e' digiuni, le orazione e simile opere pie che ci sono ordinate dalla Chisa o ricordate da' frati. Ma el bene de' beni è - e a comparazione di questo tutti gli altri sono leggieri - non nuocere a alcuno, giovare in quanto tu puoi a ciascuno."

"Quando io considero a quanti accidenti e pericoli di infirmità, di caso, di violenza e in modi infiniti, è sottoposta la vita dell'uomo, quante cose bisogna concorrino nello anno a volere che la ricolta sia buona, non è cosa di che io mi meravigli più che vedere uno uomo vecchio, uno anno fertile."

Guicciardini, Ricordi

mercoledì 5 novembre 2008

Il banchetto (PFM)

Sire, Maesta
Riverenti come sempre siam tutti qua
Sire, Siamo Noi
Il poeta, L'assassino E Sua santita
Tutti, Fedeli Amici Tuoi.
ah... Maesta

Prego, Amici Miei,
Lo Sapete Non So Stare Senza Di Voi
Presto, Sedetevi,
Al Banchetto Attendevamo soltanto voi
Sempre Ogni Giorno Che verra
Finche Amore E pace regnera.

Tutti Sorridono
Solo Il popolo Non ride, ma lo si sa
Sempre Piagnucola
Non Gli va mai bene niente chissa perche,
Chissa perche perche ecc. ecc. ...