mercoledì 23 luglio 2008

La morte e la fanciulla

Ieri sera ho avuto il piacere di ascoltare il Quatuor Elysée a Sampeyre. Hanno suonato il primo quartetto op. 44 di Mendelssohn e il primo, incompiuto, di Rachmaninov. Per quanto apprezzabili questi compositori, io ho trovato i suddetti quartetti del tutto inutili, se non addirittura noiosi. Ma il programma era stato pensato per finire su uno dei più grandi picchi della musica per quartetto: La morte e la fanciulla, quattordicesimo quartetto di Schubert. Non c'è che dire: secondo la mia impressione, Schubert è decisamente sopra agli altri due (e non solo in occasione del quartetto). La sua musica intensa ed emotiva è qualcosa che arriva all'ascoltatore, mentre ciò che era il sollazzo della borghesia ottocentesca, per noi non può risultare nulla di così interessante e Rachmaninov, da canto suo, non tribola ad annoiare.
Qualche volta mi capita, specie se il brano ha un titolo, di immaginarmi che cosa la musica possa descrivere, ed è quello che ho provato a fare ieri sera...



Il primo movimento de
La morte e la fanciulla, ispira una grave disperazione, espressa tanto bene probabilmente perché derivata dalla mente del compositore oppresso da un male incurabile. Sembra infatti la rappresentazione di ciò che la fanciulla prova dopo che le è stato detto che dovrà morire. Una persona giovane che non può sopportare un'idea simile e si dispera, si arrabbia, piange e ricorda con malinconia quelle poche cose che ha vissuto e si arrabbia ancora di più perché crede di averne fissate nella memoria troppo poche, neppure le più importanti.

Ecco il primo movimento, eseguito dal quartetto Alban Berg:




Il secondo movimento me lo sono figurato così: la fanciulla dorme e la morte le viene a fare visita. Avvicinandosi silenziosamente, le sussurra "Ora vieni con me, andremo in un posto lontano, là si starà bene". Le accarezza le guancia convincendola a partire, a fidarsi di lei.



La morte afferra la fanciulla per la mano... "Lasciami! Dove mi vuoi portare" scoppia in pianto la fanciulla, cercando di liberarsi dalla mano fredda. La morte le parla dolcemente e, dopo un pò di resistenza, la fanciulla cede e acconsente ad andarsene con lei. Così cominciano a camminare nel cielo notturno verso la luna. "Ma dove andiamo?" chiede la piccola. "Andiamo in un posto che gli uomini non sanno." risponde la signora. "E dov'è? Cos'è?" insiste la fanciulla. "Non lo puoi sapere, non sei ancora morta". Allora la piccola si arrabbia, vorrebbe scappare e tornare nel suo letto, ormai però già distante. Si ferma a pensare qualche istante e poi domanda: "Ma se non sono morta, allora questo è tutto un sogno?" e la morte, sorridendo, annuisce.



Lo scherzo l'ho invece pensato come alla morte della bambina. Appena è finito il sogno, si addormenta del sonno eterno. Il suo corpo giace immobile e senza vita sul letto, e nessuno se n'è ancora accorto. La luna illumina la stanza dalla finestra, lasciando il cadavere avvolto nel buio.



E nel quarto movimento la bambina parte davvero - non più per sogno - insieme alla morte. Si ritrovano nel cielo tutti i bambini portati dalla morte in quei giorni e si ha un grande ballo. Tutti i fanciulli danzano e la morte sta al centro. Nonostante non si siano mai preparati, tutti ballano con grande grazia e leggerezza, e tutti coordinati secondo una coreografia improvvisata. Chi però non riesce a tenere il passo, viene cacciato dalla morte e cade miseramente, senza che ci sia dato sapere dove è andato a finire. La danza continua a gara, ed ecco che arrivano altri bambini appena strappati alla vita; si uniscono al ballo in onore della loro signora. Altri vengono cacciati, annientati (chissà, forse cadono nell'inferno). Fortunatamente la fanciulla è ancora in gara ed anzi sembra tra le predilette della morte. Il gruppo di ballerini sale sempre più in alto, mentre comincia il cielo a farsi chiaro: l'alba è prossima.
Alla fine, quelli che sono rimasti arrivano altissimi nel cielo ormai illuminato, esultanti e contenti. Iniziano a correre, a correre veloce nell'azzurro insieme con la morte. ...E chissà dove andranno? Noi uomini non lo possiamo sapere.




giovedì 17 luglio 2008

Artyom Dervoed plays Koshkin

Artyom Dervoed... chitarrista pazzesco! Mai nessun chitarrista mi ha emozionato così tanto dal vivo. Qui suona The Prince's Coach, tratto da The Prince's Toys di Nikita Koshkin, che ha registrato sul disco recentemente pubblicato per la Naxos, di cui ho scritto in un precedente post. Enjoy!



venerdì 11 luglio 2008

Barzellette musicali

Come si fa a far parlare una coppia che non si parla da anni?
Mettetela chiusa in una stanza con un contrabbasso,

un simpatico aneddoto attribuito a Toscanini, che sembra una barzelletta.

Il grande direttore un giorno disse: "Ho diretto numerosissime orchestre nel corso della mia carriera; eppure, anche nelle migliori, ci sono sempre 2 strumenti che sono invariabilmente stonati: uno è il flauto..."
"E l'altro qual è, maestro?"
"Il secondo flauto, naturalmente!"

Che cos'hanno in comune i Beatles e le sezioni delle viole? Non suonano insieme dal 1970!

Che differenza c'è fra una motosega e una viola? Se proprio devi, puoi usare la motosega con un quartetto d'archi.

Che differenza c'è fra una viola e una prostituta?
1. La prostituta conosce più di due posizioni.
2. La prostituta ha un miglior senso del ritmo!

Come ti accorgi che il palcoscenico è in piano? Nei passi difficili i violisti sbavano da ambedue i lati della bocca.

Cosa hanno in comune la viola e i missili SCUD? Entrambi sono offensivi e altamente imprecisi.

Il direttore durante una prova: "Riprendiamo tre battute prima del ritornello." E la prima viola: "Un momento, non abbiamo i numeri delle battute!"

Perché i suonatori di cornamusa camminano mentre suonano? Per allontanarsi dal suono.

"Un violinista e un violista stanno facendo una gita in barca.. ad un certo punto un'onda rovescia la barca e i due cadono in acqua.. naturalmente il violinista sa nuotare e il vioista no.. quest'ultimo si mette a urlare: "Aiuuuuuuutoooo... non so nuotare..!!!" e il violinista: "Fai finta.."

QUAL'è IL COLMO DI UN ORGANISTA IN CARCERE?
avre un piano e studiare una fuga!

Come si salutano due trombettisti che si incrociano?
"ciao, sono più bravo di te!"

Perché nel corso di Composizione gli esami di compimento inferiore e medio si fanno al 4° e al 7° anno, diversamente da quanto avviene negli altri corsi decennali? Per evitare quinte e ottave.

Durante una prova d'orchestra, ad un certo punto, un gran trambusto.
Il direttore interrompe la prova. Un violoncellista, con in mano il suo
violoncello, corre all'impazzata tra i leggii, inseguito da uno dei contrabbassisti.
Urla feroci di quest'ultimo al collega, che cerca di sfuggirgli...
«Sei un incosciente! Come faccio adesso, me lo spieghi?»
Il direttore riesce, con un urlo, a fermare i due, che, ansimanti,
si bloccano dove sono.
«Si può sapere cosa succede? Cos'è questo casino?»
«Maestro, mi scusi» risponde il contrabbassista «ma, il collega,
per farmi uno scherzo, mi ha scordato una corda del contrabbasso.»
«Tutto lì? Accidenti, e che bisogno c'è di fare tutto 'sto chiasso?
La riaccordi e andiamo avanti, no?»
«Ma, Maestro» ribatte il contrabbassista «lui non vuole dirmi qual è!»

Prova d'orchestra. In programma un brano importantissimo,
nel quale, dopo 150 battute dall'inizio, c'è il più lungo e difficile «solo» di timpani della storia della musica.
Il Maestro Parlanti inizia la prova, concertando minuziosamente.
Il maestro ai timpani aspetta con ansia il suo momento.
La prova procede in maniera regolare, salvo che, più o meno ogni 20-30 battute, Parlanti interrompe l'orchestra:
«violini, qui più legato» oppure «corni... più...» insomma,
una concertazione estremamente attenta. Il «solo» si avvicina, siamo arrivati alla battuta 130.
Il timpanista impugna le bacchette e si prepara...
135... 140... 141... 142... 143...
«Signori, scusate» interrompe Parlanti, ripetiamo dalla battuta 120.
Chiarisce un paio di cose. Attacco.
Il timpanista ripone le bacchette...
Di nuovo, si arriva vicini al solo.
Battuta 138... impugna nuovamente le bacchette...
143... 144... 145...
«Signori, scusate.»
«Ca**o!» pensa il timpanista, riponendo nuovamente le bacchette.
Quelle 30 battute vengono riprovate e riprovate.
Parlanti sembra non essere mai contento.
Il timpanista continua ad impugnare e riporre le bacchette.
Finché, finalmente...
145... 146... 147... 148... 149... 150... «solo»!!!
«Signori, scusate» ferma Parlanti, ma il timpanista non si accorge
ed inizia il solo...
Cinque minuti di gloria, solo per lui, l'orchestra meravigliata,
Parlanti che tiene alta la mano sinistra per cercare di interrompere,
il timpanista esaltato... patapìm, patapàm!
Finisce il solo, il timpanista è stremato, ma soddisfatto, però...
nessuno attacca dopo di lui... come mai?
Parlanti, severo, a braccia conserte, guarda in cagnesco:
«Finché non scopro chi è stato a fare 'sto casino, nessuno si muove di qui!»

Big band con voce solista. Alla luce del primo concerto il direttore decide di fare degli aggiustamenti: a batt. 20 cambiate accordo, in quel punto fate un rubato, lì raddoppiate la pausa, togliete quelle tre misure... Ad un certo punto il cantante chiede "e io direttore? che devo fare?". "Niente, basta che canti UGUALE a ieri sera".

Quindici buone regole da rispettare quando si fa musica d’insieme
Testo di autore anonimo ritrovato presso l’archivio del Teatro Comunale di Bologna

1. suonate tutti lo stesso pezzo

2. fermatevi ad ogni segno di ritornello e discutete animatamente se ripetere o no

3. chi stona getti un’occhiata ad uno dei suoi colleghi

4. accordate con la massima cura prima di suonare, dopo di che potrete stonare per tutta la sera con la coscienza a posto

5. girate le pagine con la dovuta calma

6. una nota giusta al momento sbagliato è una nota sbagliata (e viceversa)

7. se tutti si imbrogliano, eccetto voi, allora siete voi ad imbrogliarvi

8. cercate di massimizzare l’nnps (numero di note per secondo), vi guadagnerete l’ammirazione degli incompetenti

9. le legatura, i coloriti e gli abbellimenti non devono essere rispettati, servono solo ad abbellire la pagina stampata

10. se un passo è difficile rallentate, se è facile accelerate, alla fine tutto si aggiusta

11. quando vi siete persi del tutto, fermate tutti gli altri e dite: “forse dovremmo accordare meglio”

12. se per colpa vostra tutti gli altri si sono dovuti fermare, spiegate dettagliatamente le ragioni per le quali vi siete imbrogliati, tutto ciò desta sempre molto interesse

13. la vera interpretazione è quella nella quale non resta più una sola nota dell’originale

14. una nota stonata suonata con timidezza è una nota stonata, una nota stonata suonata con autorità è interpretazione

15. quando tutti gli altri hanno finito di suonare, non continuate a suonare le note che vi sono avanzate

Il figlioletto di un Cornista và a far visita al padre, molto malato,
ormai da tempo all'ospedale.
Entra nella camera accompagnato dalla madre, che lo solleva sul letto
perché lui possa avvicinarsi.
Guarda il padre, che a sua volta lo guarda commosso e,
dopo avregli dato un bacio sulla guancia, gli dice teneramente:
«Paprà...»



lunedì 7 luglio 2008

Juliet.....

i can't do the talk like they talking on the tv
and i can't do a love song like the way its meant to be
i can't do everything but i'd do anything for you
i can't do anything except be in love with you

and all i do is miss you and the way we used to be
all i do is keep the beat and bad company
all i do is kiss you through the bars of a rhyme
julie i'd do the stars with you any time


taken from "Romeo and Juliet" by Dire Straits' Making Movies (1980)