mercoledì 31 ottobre 2007

Una foto al giorno da Michael Stipe

Michael Stipe, cantante del gruppo rock statunitense R.E.M., ha creato un sito sul quale carica ogni giorno una foto nuova. E' appassionato di fotografia da molto tempo e sentendolo parlare da Fazio, mi è venuta la curiosità di vedere il suo sito. Alcune foto non mi piacciono affatto, ma questa che vi riporto (caricata oggi, 31/10/07) è bella davvero, anche se sul suo sito si vede molto meglio che qui. Se vi interessa, www.futurepicenter.com

lunedì 29 ottobre 2007

Aktuala: world music




Vorrei presentarvi un grande gruppo degli anni settanta, che ebbe scarsa fortuna commerciale, ma incise tre album con musicisti di grande talento, con una world music d'avanguardia, curata nel suono e nella tecnica musicale. Gli Aktuala. Nella foto, i loro strumenti.

In Aktuala c'era il mondo futuro che ancora deve completamente manifestarsi : nell'incontro delle culture del mondo, all'insegna di una partecipazione di tutte le differenti espressioni etniche, mantenendo i valori tradizionali di base dei popoli ( world music ), e anche unendoli negli aspetti comuni, nei confronti, e nelle nuove soluzioni ( world music fusion ) , nella pluricultura del villaggio globale, affinché non si arrivi ad una monocultura, standardizzata global, dettata da un'unica scala temperata di 12 note.

Seguendo la stessa strada di altri gruppi nel mondo, come la Third Ear Band in Inghilterra, gli Aktuala tentarono di fondere la tradizione musicale occidentale con l'uso di strumenti, ritmi e culture africani e asiatici, con un risultato che difficilmente si può definire "progressivo" nel senso classico del termine, e che ricade maggiormente nella sfera della psichedelia o dell'avanguardia.

Il gruppo si formò intorno al 1972 a Milano ad opera di Walter Maioli, e realizzò il primo album per l'etichetta Bla Bla un anno dopo. Rimasero fuori dal circuito dei grandi festival di quegli anni, preferendo un approccio diverso con il loro pubblico. La loro musica era basata su ogni genere di strumenti, con un risultato altamente originale, anche se non di facile ascolto per tutti.

Il secondo album, La terra, portò dei mutamenti alla formazione, con l'abbandono di Lino Vaccina e Laura Maioli, l'ingresso di Otto Corrado (sax, flauto - dai N.A.D.M.A.), Attilio Zanchi (chitarra acustica - proveniente da Come Le Foglie) e l'arpista olandese Marjon Klok (arpa, percussioni), e l'inizio di una collaborazione con il percussionista indiano Trilok Gurku. Dopo l'uscita del disco gli Aktuala si trasferirono in Marocco, e questa esperienza portò alla realizzazione del terzo album, Tappeto volante, nel 1976, uno dei primi esempi di "world music" mai realizzati in Italia.

Dopo lo scioglimento del gruppo, Walter Maioli ha continuato la sua ricerca delle origini degli strumenti e delle tradizioni musicali, ed è ancora attivo in questo campo con "Il centro del suono" insieme alla figlia Luce. Il suo album autoprodotto del 1980 Futuro antico, insieme al tastierista Riccardo Sinigaglia, uscì solo su cassetta e dieci anni dopo in vinile, ed è ancora basato su melodie orientali, questa volta mescolate con l'uso di strumenti elettronici.

http://www.italianprog.com/it/a_aktuala.htm


AKTUALA, 1974, precursori della world music con il disco "La Terra"


Fino ai primi Anni Settanta l'impiego di strumenti e strutture musicali etniche erano presenti in un certo tipo di Jazz o musica contemporanea. John Coltrane impiegava moduli africani e asiatici nelle sue composizioni per sassofono, pianoforte, contrabbasso e batteria. Oppure Charlie Mariano o Yusef Lateef , che usavano strumenti musicali e scale melodiche etniche in abbinamento con il piano, la batteria etc. Don Cherry attraverso il misticismo orientale impiegava strumenti etnici, anche separati dal Jazz. Così gruppi rock come i Beatles e i Rolling Stones, per citare gli esempi più noti, impiegarono in qualche loro composizione strumenti musicali extraeuropei, come il sitar, percussioni etc.

Questa era la situazione in cui emerse AKTUALA, con una formula nuova che non si basava solo sul Jazz, ma una formula strumentale rigorosamente senza batteria, pianoforte e contrabbasso (cioè gli strumenti base del sound jazzistico, la batteria e il contrabasso con il loro swing, il piano con le armonizzazioni).

Una miriade di percussioni sostituiva la batteria (la formula che ha consentito di far emergere strumenti come le tabla in combinazioni con altre percussioni, formula che ha reso vincente un personaggio come Trilok Gurtu, uno dei più valenti percussionisti contemporanei), invece del piano, antichi e strani strumenti a corda come la balalaica, o il saz e una miriade di fiati, più effetti sonori misteriosi e nuovi per quell'epoca.

Il tutto all'insegna di parallelismi tra stili musicali compatibili, come per i ritmi dispari che ritroviamo largamente impiegati nei Balcani, come nei Gamelang Gong di Bali, così, nella musica indiana. Il tutto con codici di improvvisazioni incrociati. Oppure, la creazione di nuovi impasti sonori di fiati, dovuti alla sperimentazione di combinazioni inusitate di strumenti, come per esempio: lo zurna + sax soprano + flauto + armonica bassa. (album : La Terra ).

Il capolavoro degli Aktuala è l'album La Terra realizzato nel 73 e messo in commercio nel 74, uno dei primi lavori in assoluto non ancora eguagliato della world music in termini di fusioni stilistiche e sonore, e per l'originalità degli insiemi strumentali e la concettualità nelle intenzioni artistiche.

Basta guardare la formazione di artisti radunata da Walter Maioli per rendersi conto di quale straordinario mix psichico-artistico- culturale rappresenta il gruppo Aktuala che ha inciso La Terra .

Walter Maioli, risulta essere per il copyright Italiano (la SIAE) l'autore delle composizioni musicali ( questo è stato voluto soprattutto dal produttore Pino Massara), ma più che compositore “ritmico-melodico”, compositore nel senso che ha “creato la formazione”, unendo persone dalle particolarissime ed eccezionali doti, non solo artistiche, dando loro le formule di combinazioni sonore e musicali su cui poter muoversi a loro agio, così da poter esprimere il meglio di se stessi.

Quindi in questo gruppo che ha inciso La Terra abbiamo:

- un autentico jazzista : Daniele Cavallanti (sin da ragazzino è sempre stato considerato un prodigioso sassofonista)
- un flautista e sassofonista di musica classica contemporanea : Otto Corrado (il più “classico edeclettico” musicista del free Jazz italiano, già con il gruppo Nadma)
- un chitarrista psichedelico : Antonio Cerantola ( anche lui da ragazzo era il migliore e piùintroverso e medianico della scuola di chitarra)
- un chitarrista rock- country : Attilo Zanchi (ho capito subito che aveva la velocità nelle mani e nella testa per stare al passo ritmico di un mostro del ritmo come Trilok)
- un maestro dell'improvvisazione sul violoncello : Marino Vismara (virtuoso, con una forte preparazione classica, appartenente ad una famiglia di musicisti fiorentini. Già con i Nadma)
- un virtuoso della viola classica : Maurizio Dones ( tra i più promettenti allievi del conservatorio, curioso e geniale, disposto a cimentarsi e confrontarsi con scale acrobatiche persiane etc.)
- una arpista di Amsterdam : Marjon Klok (l'olandese volante, con una rara apertura mentale e capace di marcare straordinari ritmi e accenti d'arpa, ben oltre la musica Celtica)
- un più unico che raro tablista indiano : Trilok Gurtu (super straordinario tablista indiano, un irrequieto miracolo che siamo riusciti a trattenere in Italia per quasi due anni, a cui ho dato, in anteprima tutti i miei strumenti a percussione e iniziato alla musica etnica, e il “nuovo Jazz” per poter andare veramente oltre)
- un maestro dei suoni, flautista e filosofo della musica : Walter Maioli (definito da Cavallanti come il teorico della banda e chiamato muziekmagier dagli amici olandesi del Conservatorio di Den Haag)

+ un grande produttore discografico : Pino Massara , che ha curato i missaggi e supervisionato il prodotto.Il tutto sotto la spinta di Franco Battiato (famoso e geniale cantautore italiano) che giustamente aveva intuito il potenziale di tutta la faccenda. (Walter Maioli)



More: http://www.soundcenter.it/aktuala.htm

Il Berlusca e la Mondadori illegale...

Lodo Mondadori, Previti condannato
La Cassazione conferma la sentenza d'appello

di GIUSEPPE D'AVANZO


Cesare Previti


La sentenza che permise a Silvio Berlusconi di sottrarre la Mondadori al Gruppo Espresso-la Repubblica fu comprata con 425 milioni di lire forniti dal conto All Iberian di Fininvest a Cesare Previti e poi, dall'avvocato di fiducia di Silvio Berlusconi, consegnati al giudice Vittorio Metta. La Cassazione condanna definitivamente Cesare Previti, il giudice corrotto e, quel che soprattutto conta, rimuove una patacca che è in pubblica circolazione da due decenni. L'uomo del fare, Silvio Berlusconi, è l'uomo del sopraffare, del gioco sottobanco, della baratteria illegale. La sentenza dimostra la forma fraudolenta e storta della sua fortuna imprenditoriale. Mortifica la koiné originaria con cui Berlusconi si è presentato al Paese ricavandone fiducia e consenso, entusiasmandolo con la sua energica immagine di imprenditore purissimo capace di rimettere in sesto il Paese - e rimodellarne il futuro - con la stessa sapienza e determinazione con cui egli aveva costruito il suo successo, conquistato aziende e quote di mercato, sbaragliato i competitori.

Berlusconi, se non sapeva delle manovre di Previti (e non si può dire il contrario), è stato un gonzo e, nella sua formidabile ingenuità, ha trascinato il Paese e le sue regole verso la crisi per difendere un mascalzone che soltanto agli occhi del Candido di Arcore appariva un maestro del diritto e un martire della giustizia.
La sentenza della Cassazione scolpisce dunque un'altra biografia di Berlusconi. Ci dice che non è oro quel che riluce nella sua storia imprenditoriale. Sapesse o non sapesse quali erano i metodi criminali del suo avvocato, il profilo di imprenditore dell'uomo di Arcore ne esce irrimediabilmente ammaccato, deformato. La sua Fininvest ha barato. Il suo avvocato giocava con carte truccate.

articolo completo: www.repubblica.it/2007/07/sezioni/cronaca/cassazione-previti/
lodo-condanna/lodo-condanna.html

John Cage - 4'33

4'33'' di John Cage eseguito al pianoforte da David Tudor.


Qui http://it.youtube.com/watch?v=hUJagb7hL0E potete vedere una versione molto simpatica dello stesso brano per orchestra.

domenica 28 ottobre 2007

John Cage


Un atto dello spirito

«Udire, come vedere, è immaginare; si tratta di un atto dello spirito»(1).
Questa frase, di Dujka Smoje, può riassumere e giustificare l’esperienza musicale di quella che è una delle figure più emblematiche dell’avanguardia musicale del dopoguerra, John Cage.
La sua opera presuppone una definizione di musica diversa da quella convenzionale, un altro senso della composizione che, ponendo interprete e pubblico sul piano del compositore, «è intesa come una dimostrazione della vita»(2).
Il musicista diviene sensibile alle vibrazioni dell’ambiente, di ogni suono di qualsiasi natura. Questo presuppone «la disponibilità, il distacco, il silenzio interiore, il vuoto», appunto un atto dello spirito. Questo tipo di concezione deriva dalla conoscenza da parte di Cage delle filosofie orientali come lo zen e il taoismo e diventa quindi una filosofia di vita prima che sperimentazione musicale, risultando effettivamente di difficile comprensione e accettazione se osservata secondo la concezione musicale tradizionale europea.
Presenterò qui brevemente un aspetto fondamentale della musica cageana: il silenzio, cui si può associare quello di alea. 4’33’’, forse il brano più conosciuto, è una composizione aleatoria in cui il silenzio fa da padrone: l’esecutore (originalmente un pianista) suddivide il tempo determinato dal titolo in tre movimenti nei quali l’unica indicazione data dal compositore è Tacet, letteralmente egli tace. Questo brano-simbolo mostra ciò che è evidente: né il silenzio né la musica in senso assoluto possono esistere. Il silenzio potenzialmente contiene tutti i suoni e tutti i rumori (che sono indifferenziati dai primi) ed è aperto a tutte le possibilità, divenendo indeterminato, aleatorio. Questa concezione deriva dalla filosofia zen, che come ho detto influenzò Cage, secondo la quale il silenzio (ku) va inteso come spazio in cui tutto avviene secondo la propria natura, sia nella realtà che nella mente umana: udire è immaginare. 4’33’’ vuole spostare quindi l’attenzione del pubblico sui suoni che esso stesso produce, insieme ai suoni imprevedibili, che determinano l’unicità di ogni esecuzione del brano. Per Cage, infatti, la reazione del pubblico di fronte ad un esecuzione, è parte integrante della stessa: la sua musica è una serie di eventi sonori legati tra loro da casualità e da un rapporto, mutante, di causa-effetto. Questa varietà di suoni rappresenta inoltre la realtà sonora che ci circonda quotidianamente secondo lo zen, che implica la consapevolezza del fluire degli eventi, anche quelli apparentemente più insignificanti.
I risultati udibili dell’azione sperimentale, per Cage, devono essere imprevedibili, anche per il compositore e l’interprete. Alla base di questo tipo di composizione sta la non-intenzionalità, la «mortificazione imposta a qualsiasi soggettività operante come fattore decisionale», che vale per tutte le parti coinvolte.
Considerando tutti questi aspetti dobbiamo ridefinire anche il concetto di silenzio, il cui risultato uditivo è imprevedibile, ma caratterizzato da una certa omogeneità di suono, sotto la quale si celano le differenze. Infatti, pur essendo differente ogni istante da quello immediatamente precedente o successivo, se si considera un lasso di tempo più o meno lungo, come i quattro minuti di 4’33’’, possiamo cogliere una certa omogeneità. Accettando questa definizione, possiamo affermare che anche brani come Organ²/ASLSP per organo, One12 per un lettore, Four6 per qualsiasi produttore di suoni, o anche Music for four per quartetto d’archi, possono considerarsi silenzio, in quanto caratterizzati da omogeneità di suono e in quanto portano il pubblico e l’interprete a concentrarsi sui più vari suoni della stessa natura di 4’33’’, che caratterizzano appunto il silenzio e sottolineano l’inserimento di qualsiasi realtà in un ambiente sonoro, che non si differenzia più dalla musica intesa come arte somma da proteggere dai rumori naturali o dai suoni provenienti dall’esterno rispetto al luogo di esecuzione – come la tradizione vuole fin da quando la produzione artistica musicale si è trasferita in ambienti chiusi, portando al disprezzo dei rumori e della musica di strada – ma si mischia con essi, includendoli nell’opera artistica.

«Il silenzio è sempre più perfetto della musica. Bisogna solo imparare ad ascoltarlo (…). Tutto è già pieno Noi non riusciamo neppure a immaginare quante cose ci siano nell’aria. (…) Le persone in generale non le vedono: non ascoltano tutto quanto si trova nel silenzio che ci circonda»(3)

Gianluca Cavallo

(1) Dujka Smoje, L’udibile e l’inudibile, in Le avanguardie musicali nel Novecento nella collana Enciclopedia della Musica, Einaudi, Milano, 2006, p. 187

(2) Cage in Dujka Smoje, L’udibile e l’inudibile, in Le avanguardie musicali nel Novecento nella collana Enciclopedia della Musica, Einaudi, Milano, 2006, p. 195

(3) Arvo Pärt in Dujka Smoje, L’udibile e l’inudibile, in Le avanguardie musicali nel Novecento nella collana Enciclopedia della Musica, Einaudi, Milano, 2006, p. 188

Qui jubilat non verba dicit


Il titolo del mio blog è dovuto alla mia più grande passione: la musica. E' infatti tratto da quella che secondo me è la migliore definizione di musica, di S. Agostino:

Qui jubilat non verba dicit, sed sonus quidem est laetitiae sine verbis... Gaudens homo in exsultatione sua ex verbis quibusdam, quae non possunt dici et intelligi, erumpit in vocem quandam exsultationis sine verbis; ita ut appareat, eum ipsa voce gaudere quidem, sed quasi repletum nimio gaudio, non posse verbis explicare quod gaudet.

Ossia:

Colui che giubila non dice parole, ma è una specie di suono senza parole... Godendo nella sua esultanza di certe parole che non si possono dire nè intendere, l'uomo prorompe in una specie di voce d'esultanza senza parole; sì ch'egli pare godere nella voce stessa, incapace, per troppo gaudio, di spiegare con parole ciò che gode.

Il testo con tanto di traduzione è tratto da "Breve storia della musica" di Massimo Mila.

Ciao!

La genesi dei nomi.

Ciao,
eccomi a spiegare la genesi dei miei vari nomi:
Durante lo scorso capodanno, io ed i miei amici abbiamo cominciato a parlare dei nomi più assurdi, finchè non è venuto fuori Tobia, nome talmente brutto che ha suscitato la mia ilarità. Inoltre Tobia è un nome che si può dare solo a un cane e io per certa strana gente sono un cane.
Ettore Rodrigo invece ha una storia molto più lunga:
due anni fa trovai un peluche verde impigliato in una rete, lo presi e divenne la mascotte della 1^ E, la classe in cui ero. L'anno successivo, una prof. pazza, si innamorò di Giacomo (il peluche verde) e lo tenne con sè, infatti ce l'ha ancora ora. Siccome questa prof era davvero pazza, si inventava continuamente storie su Giacomo e lo fece addirittura sposare. Da questo matrimonio nacque un filio che venne battezzato dal sottoscritto e da quella prof col nome di Ettore Rodrigo. Infatti sopra il lenzuolo che avvolgeva la neonata creatura (di ceramica) era scritto "E R". Ettore venne spontaneo e Rodrigo fu da parte sua un omaggio a Manzoni (don Rodrigo) e da parte mia un omaggio alla musica (J. Rodrigo).
Bene, ora tutto è chiaro. Vi prometto che i prossimi post saranno più interessanti.

Ciao!

Ciao a tutti/e,
oggi mi sono deciso per la creazione di un blog. Non so quanto riuscirò a scrivere, ma spero comunque di aver qualcosa da dire.
Vi ringrazio per essere venuti a vedere questo blog e mi raccomando, commentate e pubblicizzate!!
Ora, vi spiego un paio di cose: il blog si chiama gian perchè io sono Gian, tobia, perché sono anche Tobia, sul forum di chitarra per esempio. Ma sul blog sono Ettore Rodrigo. Perché? Boh! Non l'ho fatto apposta, non ne so niente. L'anno scorso mi ero aperto un account blogger (si chiama così?) con quel nome e poi l'avevo dimenticato, così come avevo dimenticato la password. Adesso è ricomparso, misteriosamente. Nel prossimo post vi spiegherò come i vari nomi sono nati.

Ciao ciao