Antitesi.
Chi non collabora corre il pericolo di credersi migliore degli altri
e di fare della propria critica della società una ideologia al
servizio del proprio interesse privato. Mentre cerca di fare della
propria esistenza una fragile immagine della vera, egli dovrebbe
sempre tener presente questa fragilità, e sapere quanto poco
l'immagine sostituisce la vera vita. A questo riconoscimento
contrasta la forza irresistibile dell'elemento borghese in lui. Chi
si tiene in disparte non è meno invischiato dell'attivo e
affaccendato: nei cui confronti non ha che il vantaggio di conoscere
il proprio irretimento e la felicità di quel tanto di libertà che è
insito nel conoscere come tale. La propria distanza dal business
è un lusso che il business
rende possibile. Perciò ogni
sforzo di sottrarsi reca i tratti di ciò che è negato. La freddezza
a cui non può non dar luogo non è dissimile dalla freddezza
borghese. Nel principio monadologico, anche dove protesta, è sempre
implicito l'universale dominante. (…) La sottomissione della vita
al processo della produzione impone a ciascuno – con costrizione
umiliante – qualcosa dell'isolamento e della solitudine che siamo
tentati di considerare come l'oggetto della nostra scelta superiore.
È sempre stato un elemento costitutivo dell'ideologia borghese, che
ogni singolo individuo, nel suo interesse particolare, si ritiene
migliore di tutti gli altri, mentre mette sopra di sé gli altri, in
quanto comunità di tutti i clienti. Dopo l'abdicazione della vecchia
borghesia, l'uno e l'altro atteggiamento sopravvivono nello spirito
degli intellettuali, che sono gli ultimi nemici dei borghesi e, nello
stesso tempo, gli ultimi borghesi. In quanto si concedono ancora il
lusso del pensiero contro la nuda riproduzione dell'esistenza, si
comportano come privilegiati; arrestandosi al pensiero, dichiarano la
nullità del loro privilegio. L'esistenza privata, che aspira a
somigliare all'esistenza degna dell'uomo, tradisce quest'ultima, in
quanto la somiglianza è sottratta alla realizzazione universale, che
pure ha bisogno, oggi più che mai, della riflessione indipendente.
Non c'è via d'uscita da questo irretimento. Il solo atteggiamento
responsabile è quello di vietarsi l'abuso ideologico della propria
esistenza, e – per il resto – condursi, nella vita privata, con
la modestia e la mancanza di pretese a cui ci obbliga, da tempo, non
più la buona educazione, ma la vergogna di possedere ancora,
nell'inferno, l'aria per respirare.
Theodor W. Adorno, Minima moralia, 6.
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