
Ogni anno ci ricordano che Gesù è il nostro salvatore e precisamente che è morto in croce per salvarci liberandoci dal peccato. Ora, se la salvezza deriva dalla crocifissione e la salvezza è un dono di Dio, significa che la morte di Gesù era il fine per il quale Dio lo ha mandato sulla terra. Ma se così fosse, significherebbe che i sommi sacerdoti, Pilato ecc. non hanno fatto altro che contribuire alla realizzazione del progetto divino. Questa ipotesi, io credo, non può sussistere perché significherebbe che essi sarebbero stati costretti a fare ciò che hanno fatto. Dunque io penso che la crocifissione non sia stata un evento necessario in senso assoluto, ma avrebbe potenzialmente potuto non accadere in quanto conseguenza delle azioni umane compiute con libertà d’arbitrio. Se così non fosse, verrebbe meno il significato di quella frase che rende Gesù l’uomo più straordinario di tutta la storia: “Perdona loro, perché non sanno quello che fanno”. Questa frase cristianamente è la dimostrazione della misericordia divina, ma secondo me è ancora più interessante dal punto di vista umano: Gesù era un uomo e tutta la sua vita io non credo che sia altro che un esempio di virtù massima. Se Gesù fosse il Salvatore, significherebbe che soltanto a partire dalla sua venuta l’uomo ha la possibilità di riscattarsi dal peccato e di conseguenza tutti quelli che hanno vissuto prima di lui sono stati destinati alla dannazione, considerando anche che da un po’ di tempo il Limbo è stato “abolito”. Se fosse così, però, la bontà e la misericordia divine verrebbero messe in dubbio. Se dunque da sempre l’uomo giusto è premiato da Dio e, come tutti possiamo constatare, il peccato non è scomparso, Gesù non ci ha liberati da nulla. Per questo io credo che Gesù sia principalmente un uomo e esclusivamente un esempio di vita, valido per i cristiani come per i musulmani, come per gli atei e i buddisti, poiché nessuno, accettando la realtà storica del personaggio, potrà negarne la grandezza. Quanto ho detto, peraltro, non contraddice alcuna delle parole di Gesù presenti nei vangeli (almeno non credo). Anzi, la sua esistenza è sintetizzata dalle sue stesse parole in «via, verità e vita». Ciò sta a significare appunto l’innegabile esempio che Gesù con la sua vita ha dato a tutti gli uomini (la via da seguire per vivere al meglio) e inoltre aggiunge due verità esclusivamente di fede: la verità risiede nelle sue parole e la vita consiste nel premio eterno dato da Dio. Dal punto di vista prettamente cristiano quindi io credo che Gesù sia venuto sulla terra non già per salvare gli uomini, quanto per dare loro una speranza e, per tutti, un modello di vita. Quando egli dice che “non vi è amore più grande di quello di chi dà la vita per i propri amici”, secondo me può essere colto come accettazione da parte di Gesù di tutto quello che gli sarebbe capitato e a cui lui non sfugge, ma non perché in tal modo vuole salvare qualcuno da qualcosa, ma per dare fino in fondo l’esempio di una vita umana interamente coerente e virtuosa, simbolo di grandezza morale. Il crocifisso diventa quindi un simbolo esclusivamente umano e il simbolo religioso di Gesù è soltanto la sua resurrezione. Il mio intento comunque non è quello di fare una predica. Anzi, il lato religioso della questione lo lascio in secondo piano. Voglio solo presentare la figura di Gesù come grande uomo, così come spesso si leggono articoli su Guevara e qualcun altro. E Gesù è il più grande di tutti. Sono certo che tutti dovrebbero conoscerlo meglio e cercare di vivere come ha vissuto lui, considerando che se tutti credessero veramente nella validità e necessità dei valori umani da lui proposti – e che sono condivisibili da tutti – il mondo sarebbe decisamente migliore. Servirebbe ai nostri giorni un altro grande come lui, ne sono certo.
2 commenti:
è spettacolare sto articolo!
Mi fa piacere che tu l'abbia apprezzato, grazie. E mi complimento con te per quello sui mafiosi. Quanti ne hai dovuti omettere? Ieri alla Fiera del Libro abbiamo sentito Travaglio... veramente divertente e inseme interessantissimo!
Ciao
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